Yoga Nidra: per fare un albero ci vuole il seme.

“Prepariamoci a praticare Yoga Nidra, letteralmente il sonno yogico, cercate di restare svegli, non dormite”. Questa affermazione mi fece sorridere la prima volta che seguii una lezione di Yoga Nidra. La mia mente razionale, abituata ad analizzare la sequenza delle parole, trovava questa dichiarazione una contraddizione in termini: sonno e stare svegli. Ma avevo tralasciato una parola speciale dopo quella di sonno, avevo dimenticato ‘yogico’. E questo termine mette tutto sotto un’altra luce perché lo yoga va sempre oltre gli schemi abituali. Anzi, il più delle volte li rompe proprio questi schemi, costringendoci a una nuova lettura delle stesse cose di sempre. Mi ci sono volute molte lezioni di Yoga Nidra per imparare a mettere la sordina alla mente razionale e lasciare che la pratica facesse il suo lavoro.
Yoga Nidra è una tecnica antichissima, di derivazione tantrica – quindi parliamo di oltre 5000 anni fa – molto potente. E’ adatta a tutti e non richiede un’esperienza precedente di pratica di yoga. Yoga Nidra ci insegna a rilassarci coscientemente, porta equilibrio e armonia in tutte le componenti del nostro essere (fisico, energetico, psichico, mentale, spirituale) con riflessi positivi sull’evoluzione della personalità. Il suo scopo finale però va ben più in là: ci aiuta a scoprire un diverso utilizzo della nostra mente, diventando consapevoli di dimensioni più profonde.
Ma come riesce a fare tutto questo? Quando stiamo sdraiati totalmente immobili in Yoga Nidra, per periodi che vanno in media dai 30 ai 45 minuti, continuiamo a mantenere la mente in uno stato che la scienza moderna definisce ipnagogico. La Treccani dice che “si tratta della fase di sonnolenza che precede l’addormentamento, caratterizzata da un particolare stato fluttuante della coscienza e dal carattere vago e sfumato dei pensieri, durante la quale possono prodursi fenomeni come illusioni o allucinazioni”. È il momento in cui la mente razionale si fa da parte e lascia spazio alla creatività, all’intuizione, all’insight, all’ eureka. Di solito è una fase che dura pochi minuti e poi si cade addormentati. Largo ai sogni.
Con Yoga Nidra invece questo momento diventa uno stato costante della mente che si allena a restare presente e consapevole, mentre il corpo è completamente immobile e rilassato. Ed è in questo terreno fertile della mente che la persona che sta praticando Yoga Nidra, in totale autonomia e riservatezza, getta un seme. Silenziosamente si esprime un sankalpa, una risoluzione di carattere spirituale (“voglio essere una persona compassionevole”, “vorrei trovare armonia ed equilibrio”, etc) che con il tempo, con la pratica, si realizzerà perché le sue radici affondano nell’humus più profondo della nostra mente.