Lo Yoga online è Yoga?

Sono passati ormai 15 mesi da questa immagine che documentava la sanificazione del centro dove tenevo lezioni di Yoga a Milano, prima del Covid.
Lo Yoga può essere insegnato online?
Di fatto è accaduto.
Io e Sita Devi, l’altra insegnante dell’associazione Yoga Virasadhana, dopo un mese di blocco totale delle lezioni decidemmo di utilizzare una delle piattaforme disponibili (Zoom) e di praticare più volte alla settimana con allieve e allievi interessati.
Appuntamenti gratuiti, volti a offrire un senso di “normalita” in un contesto che andava trasformandosi in modi del tutto imprevedibili.
È stata una scelta corretta?
Personalmente credo di sì, l’ho ritenuta doverosa.
Ma l’argomento è controverso e mi sono confrontato con chi sapevo essere decisamente contrario all’insegnamento dello Yoga online: Swami Virananda, il Maestro che mi ha fatto diventare insegnante.
Oltre ad avere iniziato a praticare l’anno in cui sono nato, sessant’anni fa, Virananda è stato allievo di Carlo Patrian prima e di Paramahansa Satyananda poi. Da quest’ultimo venne ordinato Sannyasin quasi quarant’anni fa e autorizzato ad aprire uno dei centri storici di Milano, il Centro Satyananda in via Pergolesi 9.
“La mia è una posizione personale” chiarisce subito Virananda all’inizio della chiacchierata.
“Lo Yoga è una via di liberazione e ognuno deve sentirsi libero di agire secondo la propria coscienza. Il centro Satyananda Italia di Montescudo, per esempio, tiene lezioni on line alle quali chiunque può partecipare acquistando un pacchetto di 12 appuntamenti per 120 euro”.
Tu perché non fai la stessa cosa?
Perché credo che lo Yoga della Tradizione debba essere trasmesso dall’insegnante all’allievo in una relazione bocca-orecchio. Attraverso un contatto diretto: fisico, energetico, “vibrazionale”. Tutto questo si perde inevitabilmente nelle lezioni online.
Cosa dovrebbero fare gli insegnanti di Yoga per sopravvivere, nel momento in cui per l’emergenza attuale non possono più svolgere il proprio lavoro?
Lo Yoga è un dono. Chi ha avuto la fortuna di riceverlo dalla vita dovrebbe essere generoso nel disporne. Nella tradizione l’insegnante riceveva dei regali dagli allievi, di solito cibo, cose utili all’immediato sostentamento. Non si deve insegnare Yoga con l’obiettivo di diventare benestanti.
Ho sempre detto agli insegnanti che ho formato che non si dovrebbe vivere di solo Yoga. Perché un insegnante deve essere anche uno sprone per l’allievo, pungolarlo quando necessario. Ma questo può creare un conflitto di interessi all’insegnante che dipende finanziariamente dai propri allievi.
Però ti ho sentito dire in passato “un insegnante di Yoga non farà mai la fame perché avrà sempre un secondo mestiere in tasca”
Vero. E sono anche consapevole che in un periodo di crisi economica, resa ancora più grave dalla pandemia, insegnare online possa essere una forma di sostentamento. Ma non chiamiamolo Yoga – è un surrogato – e soprattutto evitiamo le pratiche più avanzate.
Quali sono le “pratiche più avanzate” che andrebbero assolutamente evitate?
Il Pranayama. Per quanto riguarda Yoga Nidra limitiamoci al primo livello (yoga nidra 1 ndr) ma vanno assolutamente evitati i livelli successivi. Possono creare problemi in chi li pratica e se l’insegnante non è fisicamente lì a sostenere l’allievo in difficoltà, quest’ultimo dovrà cavarsela da solo.
Ricordati che qualunque cosa succeda a un allievo, durante la pratica, l’insegnante se ne deve sentire responsabile e non pensare nemmeno per un attimo “è colpa dell’allievo”.
È proprio per questo sentirci in qualche modo “responsabili” dei nostri allievi che io e Sita Devi decidemmo di mantenere degli appuntamenti yogici on line.
È stato un errore?
Abbiamo fatto quello che sentivamo giusto. Cercando di farlo al meglio delle possibilità e nei limiti di una situazione senza precedenti. Senza attaccamento e senza aspettative.
Forse non è stato Yoga. Forse è stato Karma Yoga.