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25 marzo: una giornata per sfatare qualche pregiudizio sullo Yoga.

Categoria: Asana Pubblicato: 12 marzo 2017 da Massimo Guastini

Lo Yoga è una ginnastica dolce, indicata soprattutto alle donne inguainate in aderenti tutine.

Non è roba da veri uomini.

Sono luoghi comuni, diffusi persino tra praticanti.

Sabato 25 marzo vi invitiamo a cambiare idea.

Sarà una giornata con molta pratica e poche chiacchiere.

Come dovrebbe essere lo Yoga.

Le lezioni saranno tenute da me e da un’altra insegnante della scuola Satyananda

Programma della giornata

-Hatha Yoga “lezione del risveglio” dalle 9.30 alle 11.

Le pratiche più indicate per iniziare la giornata sciogliendo il corpo dalle rigidità della notte e stimolando gli organi interni.

Surya Namaskara dalle 11.30 alle 13.

Una pratica di Hatha Yoga energizzante che spiegheremo e insegneremo anche a chi non l’ha mai praticata. Presuppone però un buono stato di forma. Essere “machi” non vi basterà, se passate troppo tempo della vostra vita seduti.

-Yoga Nidra, dalle 14.30 alle 15.15

Una pratica di origine tantrica (niente a che vedere con il sesso – giusto per sfatare un altro stereotipo occidentale) che induce un profondo rilassamento. Non è richiesta alcuna esperienza di pratica Yoga.

-Hatha Yoga lezione anti stress dalle 15.30 alle 17. Una lezione in cui oltre a una serie di Asana (posizioni) praticheremo anche Pranayama (respiro), e tecniche di concentrazione e rilassamento.

-Meditazione dalle 17.30 alle 18.15

Questa lezione è gratuita, secondo tradizione indiana, ma è necessario prenotarsi: massimoguastini@gmail.com

Se volete una prima “infarinatura” sulla Meditazione, potete leggere questo post.

Modalità di partecipazione

Il costo di partecipazione a una sola lezione è di 15 euro. 10 euro per gli allievi di Spazio Neutro.

È possibile frequentare più di una lezione, il costo di due lezioni è 25 euro. 15 euro per gli allievi di Spazio Neutro.

La quota per l’intera giornata, per eventuali “stakanovisti” dello Yoga, è 40 euro (25 euro per gli allievi di Spazio Neutro)

Il pagamento va fatto online, indicando nella causale il proprio cognome e la lezione (o le lezioni) che si desidera frequentare.

Intestare bonifico a: Spazio Neutro. IBAN IT45T0335901600100000142344

Arrivare 10 minuti prima della lezione.

Abbigliamento comodo, per esempio tuta.

I tappetini sono messi a disposizione dal centro.

DOVE: SPAZIO NEUTRO – VIA MALACHIA MARCHESE DE TADDEI 21 MILANO (MM DE ANGELI)

Chi è interessato a conoscere gli aspetti teorici di quello che faremo, può proseguire nella lettura (vi porterà via altri 5 minuti).

Da migliaia di anni gli Yogi ritengono che i nostri pensieri siano energia capace di modificare la stessa realtà fisica che li produce, il cervello.

Questa era considerata un’eresia, ancora negli anni settanta del secolo scorso.

Poi, qualcosa è cambiato.

I progressi compiuti dalle neuroscienze e dalla tecnologia di rilevazione (neuroimaging) di quanto accade dentro la nostra scatola cranica stanno dimostrando, da oltre 20 anni, che il cervello in effetti non è immutabile. È plasmabile dai nostri stessi pensieri.

Gli studi di neuroscienze che si occupano di affettività oggi studiano i meccanismi cerebrali alla base delle emozioni e ricercano i modi per migliorare il benessere e promuovere le qualità positive della mente.

Si è scoperto che esiste una “lateralità delle emozioni”.

Le emozioni positive sono caratterizzate da un’attivazione nella corteccia pre-frontale sinistra; le emozioni negative sono invece caratterizzate da un’attivazione nella corteccia pre-frontale destra.

Questa lateralità delle emozioni è già presente nei neonati.

I pazienti depressi registrano una ridotta attività nella corteccia pre-frontale sinistra, proprio quell’area che dà un contributo specifico alla nostra vita emotiva: la capacità di provare emozioni positive e perseverare nel raggiungimento di un obiettivo.

Uno yogi parlerebbe di squilibrio Ida-Pingala.

Il contributo della regione pre-frontale sinistra della corteccia alla vita emotiva è specifico: coinvolge la capacità di provare emozioni positive e perseverare nel raggiungimento di un obiettivo. I profili psicologici resilienti (più rapidi a riprendersi dalle avversità), mostrano un maggior numero di connessioni (assoni) tra corteccia pre-frontale e amigdala (quest’ultima si attiva quando ci sentiamo minacciati, spaventati).

È stato dimostrato che queste connessioni sono in grado di “calmare” l’amigdala mantenendo l’individuo focalizzato sui propri obiettivi e mantenendone alte le motivazioni.

Ricchezza o povertà di queste connessioni, indipendentemente dalla situazione alla nascita, non rappresentano una condizione irreversibile.

Abbiamo il potere di plasmare il nostro cervello e vari studi hanno dimostrato che la Meditazione aumenta il numero di queste connessioni “benefiche”.

Perseverare nel rimuginare su tutto quello che può andare male non è una buona strategia e non aumenterà le connessioni atte a chetare la nostra amigdala.

Invece, “uno dei metodi più efficaci per ridurre l’attivazione dell’amigdala è una forma di training mentale in cui ci si esercita a osservare i propri pensieri, le sensazioni e le emozioni in maniera non giudicante…” (Richard J. Davidson “la vita emotiva del cervello” pag 333).

Questo “training mentale” descritto dal Professor Davidson, da alcune migliaia di anni è noto agli yogi con il termine Dharana.

Portare lo yoga nella propria vita significa allenare quotidianamente il “muscolo” della consapevolezza. Praticare quella forma di training mentale che descrive il Prof. Davidson.

Gli Asana (posizioni) si praticano osservando costantemente le reazioni del proprio corpo, il respiro e fermando la mente al qui e ora. Se durante la pratica di Bhujangasana (il faticoso “cobra”) per resistere alla posizione iniziate a vagare con la mente, immaginando la cena che vi aspetta o (peggio) pensando a un lavoro che dovete fare il giorno dopo, non starete più praticando Yoga ma una ginnastica scomoda. Esercitate la consapevolezza oltre che i muscoli del corpo. Osservate i vostri pensieri (senza giudicarvi) mentre vagate con la mente e poi riconducetela alla pratica in corso.

Uno sforzo costante che richiede Tapas, “forza di volontà”.

Se come le moderne neuroscienze ci confermano, 2500 anni dopo i Sutra di Patanjali, i nostri pensieri possono modificare (in meglio o in peggio) la materia che li genera (il cervello) cessa di essere sorprendente che i primi due “bracci” dell’ashtanga Yoga riguardino la consapevolezza dell’atteggiamento mentale, prima che le posizioni fisiche. Ciò che per quasi tutti è l’essenza dello Yoga, gli asana, in realtà è solo uno degli otto bracci: yama, niyama, asana, pranayama, pratyhara, dharana, dyana e samadhi.

Lo Yoga non è una ginnastica dolce, spero di averlo chiarito.

È la pratica costante della consapevolezza, senza deroghe e rinvii. Una battaglia quanto mai complessa, per noi occidentali, ma l’unico peccato sarebbe non combatterla.

Ugualmente stimando piacere e dolore, vincita e perdita, vittoria e sconfitta, apprestati dunque alla battaglia: non potrai così commettere peccato

(Bhagavad Gita, cap. II verso 38).

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